Diceva sempre mia madre, quando una quindicina d’anni fa arrivava il postino con un pacco pieno di 100 pagine 1000 lire ordinati tramite cedola libraria – I LIBRI NON SI MANGIANO!1. Frattanto la vetrinetta, prima zeppa di ninnoli e quisquilie, cominciava a cedere sotto il peso dei libri allo stesso ritmo delle mie occhiaie.
Quest’anno non ho letto molto. Ho doppiato l’età in cui il materno monito mi rimbombava nelle orecchie: forse ha finalmente varcato la soglia del cranio. Di mezzo, ammettiamolo, c’è stata quella legge illiberale che in un anno ha avuto come unico effetto quello di far crollare gli acquisti librari. Più danaro per cibo non mentale? No, sono scemati pure gl’introiti pecuniari, per cui i libri ho cominciato a venderli, preferendo l’insalata e l’uva passa.
Queste predilizioni vegetali m’hanno spinto a dedicarmi più al giardino che al comodino, irrimediabilmente invaso da volumi abbandonati2, sfogliati, appena cominciati, quasi-ma-non-ancora finiti, giusto consultati, temporaneamente messi da parte and so on. Sono comunque riuscito a portare a termine la lettura di 37 libri, o sia – a detta di aNobii – 7226 pagine. Di questi, i più degni di nota mi sono parsi i seguenti – in mero ordine di (fine) lettura.
- Étienne de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria. Il primo pamphlet che mette in guardia contro lo Stato, scritto da un ventenne vissuto nel Cinquecento. Devo aggiungere altro?
- Martin E. P. Seligman, La costruzione della felicità. Un libro che per un attimo m’ha illuminato su come si potrebbe essere felici (poi è tornato il pessimismo cronico). Da rileggere.
- Gene Sharp, Come abbattere un regime. Il più aggiornato trattato di lotta ai regimi con metodi nonviolenti. Per stomaci forti.
- Leonardo Sciascia, Todo modo. Forse l’unico romanzo italiano che descrive l’Italia di ieri, di oggi e di domani. Imperdibile.
- David Graeber, Critica della democrazia occidentale. Non ho trovato nulla di meglio che spieghi cos’è veramente la democrazia e come potrebbe realizzarsi.
- Jean-Jacques Rousseau, Origine della disuguaglianza. Possiamo non concordare con Rousseau, ma la quantità di spunti per riflessioni che ci ha fornito è semplicemente incommensurabile.
- David Foster Wallace, La scopa del sistema. Il primo romanzo dell’immenso DFW, già maturo e con lo stile di sempre (meno le interminabili note).
- Manlio Sgalambro, Della misantropia. Si può non essere misantropi guardando ai governanti? No, e il nostro ultimo filosofo lo sa bene.
Stesa la lista, ecco il buon proposito per il 2013: riprendere la lettura dei classici filosofici, soprattutto quelli politici, e (ri)cominciare Infinite Jest3. Tutto il resto è fuffa.
- Benché «tanto spesso quelli che ti fanno leggere fanno cacare». [↩]
- Tra cui, ignominiosamente, il Pasticciaccio gaddiano a poche decine di pagine dalla fine… [↩]
- E che dire di Horcynus Orca? [↩]