Trasimaco l'anarchico

Trasimaco è il personaggio e la voce più forte che possiamo incontrare nella Repubblica: l’unico che sappia tener testa a Socrate (almeno finché Platone non decide di zittirlo!), un vero sbruffone che dà del buffone – finalmente! – al maieutico saputello. Entra in scena urlando, dopo essere stato a malapena trattenuto – e già scorgi l’audience impennarsi. Il suo ruggito contesta non solo il contenuto delle ‘chiacchiere’ socratiche ma anche il metodo1, per poi imporsi con la celebre definizione di giustizia2:

«Io sostengo che la giustizia non è altro che l’utile del più forte»3 (Resp. 338c).

Ora, su una simile frase ci sarebbe da disquisire per ore, per capire se il symphèron sia l’utile o l’interesse o il vantaggio, e se il kreìtton sia il migliore piuttosto che il più forte – fisicamente? moralmente? Mah. Per come è enunciata, non può non riportare alla mente quell’altra massima più recente, poi alla base del darwinismo sociale. Dunque Trasimaco fu un ‘nazista’, come diremmo oggi? Non direi – non almeno se lo ascoltiamo ancora un po’:

«Ciascun governo legifera per il proprio utile, la democrazia con leggi democratiche, la tirannide con leggi tiranniche, e gli altri governi allo stesso modo. E una volta che hanno fatto le leggi, eccoli proclamare che il giusto per i sudditi si identifica con ciò che è invece il loro proprio utile; e chi se ne allontana, lo puniscono come trasgressore sia della legge sia della giustizia» (Resp. 338e).

Insomma – la cosiddetta ‘giustizia’ altro non è che «l’utile del potere costituito»4. Ma poiché il potere costituito è il soggetto che detiene la forza, necessariamente la giustizia sarà l’interesse del più forte – del potente. Altro che totalitarista: Trasimaco è il primo anarchico! Per lui lo stato ‘democratico’ e la tirannide pari sono; la sua è un’indagine concreta del rapporto tra forza-potere e giustizia, con esiti elitisti:

«La giustizia e il giusto sono in realtà un bene di altri, un utile di chi è più forte e governa, ma un danno proprio di chi obbedisce e serve; […] i sudditi fanno l’utile di chi è più forte e lo rendono felice servendolo, mentre non riescono assolutamente a rendere felici se stessi» (Resp. 343c-343d).

Proprio perché lo stato – qualsiasi stato – si basa sull’ingiustizia (che è poi la sua giustizia, l’utile del più forte), Trasimaco può permettersi di lodare il cittadino ingiusto e disobbediente: quando ci sono tributi da pagare il ‘giusto’, tordo, pagherà di più; a guadagnarci sarà solo l’ingiusto5 (e il cittadino che paga meno tasse6 e lo Stato che giustamente incassa). Qualora il concetto non fosse chiaro, Trasimaco spinge a figurarsi “l’ingiustizia assoluta”:

«Parlo della tirannide, che con inganno e violenza porta via i beni altrui, sacri e profani, privati e pubblici, non un po’ alla volta7, ma tutti in un colpo: e quando in ciascuno di questi ambiti uno viene sorpreso a commettere un atto contro giustizia, non solo viene punito, ma riceve anche i titoli più disonorevoli» (Resp. 344a-344b):

costui sarà chiamato schiavista, rapinatore, ladro, mentre il tiranno verrà considerato il più felice tra gli uomini8. Ora, a codeste corpose contestazioni Socrate-Platone risponderà costruendo lo stato ideale (contrapposto a quello assolutamente reale – di un lungimirante realismo politico, oserei dire – delineato da Trasimaco) non senza usare, tuttavia, un pizzico di razionalità matematica. Ma questa è già materia per un altro articolo.

  1. Ecco la provocazione di Trasimaco nei confronti di Socrate: «non limitarti a interrogare e non menare vanto della tua capacità di confutare chi ti dia una risposta (sai bene che è più facile interrogare che rispondere), ma sii tu stesso a rispondere e dà la tua definizione» (Platone, Repubblica, 336c). []
  2. O più letteralmente “il giusto”. []
  3. O sia: «φημὶ γὰρ ἐγὼ εἶναι τὸ δίκαιον οὐκ ἄλλο τι ἢ τὸ τοῦ κρείττονος συμφέρον». []
  4. Letteralmente «τὸ τῆς καθεστηκυίας ἀρχῆς συμφέρον» (Resp. 339a). []
  5. Cfr. Resp. 343d. []
  6. Temo che, allora come ora, l’utopia di non pagare affatto tasse non stesse in terra. []
  7. Giunto a questo punto non posso non pensare al test di Fabristol e ai suoi pensieri sull’inganno… []
  8. Cfr. Resp. 344b-344c. []
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