Regalo natalizio: lo sbattezzo

Anche in questo caso, da almeno un anno auspicavo lo sbattezzo. Perché non confido affatto nelle chiese e nelle religioni. Perché credo che Dio esista ma non sussista (come gli elfi e le fatine, per intenderci). Perché non l’ho chiesto io, di essere battezzato (per giunta l’acqua era tremendamente fredda).


Più semplicemente, per «non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata “Chiesa cattolica apostolica romana”», come ho (sotto)scritto nella letterina che ho fatto recapitare al parroco della “mia” parrocchia (cosa che dovevo fare con urgenza soprattutto da quando, dallo scorso agosto, nel mio paese è ogni mese festa, festa e ancora festa. Sacra e religiosissima, s’intende). E proprio nella settimana più sacra dell’anno ricevo poche scarne righe, debitamente firmate e timbrate, in cui si conferma (ci fideremo?) l’avvenuta annotazione della mia volontà.


Unico cruccio logico pre-sbattezzo: se affermo di non crederci (o se nego di crederci, se preferite), perché mai dovrei adoperarmi per annullare qualcosa che per me non ha nessunissimo valore? Col tutto che gli eventi storici non si possono cancellare, se non dalle memorie. Epperò, se dacché hai preso il matrimonio sei sposato, col divorzio lo stato di coniugato svanisce, si circoscrive in un passato con un inizio e una fine; così, se prendi il battesimo sei cristiano battezzato (mica uno dell’ultim’ora!): avrai pure il diritto a ripensamenti, e dunque interrompere in qualche modo la tua relazione con la chiesa! Insomma, il punto di vista pratico, oltre a quello meramente intangibile di appartenenza a gruppi sociali, c’è: pare che uno sbattezzato sia ripudiato dalla chiesa peggio di Welby: e se non han fatto il funerale a lui per così poco (il Signore provava da anni a chiamarlo a sé, ma la scienza, solitamente tanto avversata dalla religione, faceva di tutto per trattenerlo, contro la sua volontà e la Sua Volontà), pensate a me. Insomma, niente più sacramenti (che non avrei comunque preso volontariamente né accettato passivamente, certo): non sarò padrino né sposo-in-chiesa né tantomeno estremamente unto e celebrato liturgicamente (ma là già non ci sarei più, quindi non mi fregherebbe davvero nulla, per coerenza di convinzioni). Ma mi importava davvero questo, tutte cosucce che dovrebbero valere meno di zero per me? Non saprei, non direi. Forse semplicemente con questa scelta ho voluto ribadire a me e chiarire agli altri la mia posizione in materia: ateismo e laicità, tolleranza e libertà e poi diciamolo, che pur sentendomi laico sono più intollerante di loro e i religiosi mi stanno tutti sulle balle. Tutto qui (e in un momento di nuovi rigurgiti clericali non è poco).


Sul sito della UAAR ulteriori informazioni sullo sbattezzo: vi troverete il modello della lettera con le relative istruzioni, nonché vari approfondimenti storici e motivazioni convincenti. Non fatevi pregare…

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