DAVIDE (leggendo L’aggressività di Lorenz) – Ecco, ad esempio qua dice che è del tutto istintivo scagliarsi contro il diverso1.
SIMONA (interrompendo Tabula rasa di Pinker) – Beh, anche qua sostiene che la diversità non deve fare considerare alcuni uomini superiori e altri inferiori…
DAVIDE – No, no, non c’entra niente il valore. Per Lorenz è piuttosto questione di diversità in sé. Il diverso viene perseguitato perché non fa parte del gruppo. Praticamente continueranno a cacciare immigrati e pestare gay…
SIMONA – Secondo me, però, con un po’ di educazione…
DAVIDE – Temo non ci sia molto da fare. Konrad non lo dice chiaramente, ma lo fa intuire. Sostiene infatti che si tratta di una cosa di origine evolutiva, indispensabile per la formazione e il mantenimento delle società.
SIMONA – Ecco, allora basterebbe dire alla gente che si tratta di meccanismi atavici!
DAVIDE – Certo. Peccato che non appena ti sentono dire “atavici” ti picchiano di santa ragione…
- Non solo il diverso per “razza”, ma anche per cultura: «Le usanze sacre devono la forza che le motiva ai moduli comportamentali filologicamente evolutisi, fra i quali due hanno un’importanza particolare. Uno è la reazione dell’entusiasmo militante con cui ogni gruppo difende le proprie norme sociali e i propri riti da un altro gruppo che non li condivide; l’altro è lo scherno crudele del gruppo verso ogni suo membro che non si conformi alle forme di comportamento riconosciute per “buone” dal gruppo». [↩]