I. Dicono che volere è potere, ma a me sembra che la volontà non basti. Se mai, la condizione per la potenza – la possibilità e la possanza – è la sapienza. Sapere è potere. Che poi non sia bastante per passare dalla potenza all’atto è ben altra cosa – non ho mica detto “sapere è agire”, del resto.
II. L’uomo è un animale per lo più parlante. C’è chi sostiene che il linguaggio si sia sviluppato per poter mentire meglio: pochissimi sanno padroneggiare le verità corporee, ma molti sono in grado di proferire menzogne, e ancora troppi sono disposti ad ascoltarle.
III. Occultare informazioni è potere – svelarle è prestare il fianco. È noto a parecchi il comandamento “non dire falsa testimonianza”; solo i più sperti tuttavia lo declinano parzialmente, assolutamente – non dire. È la strada lastricata di buone intenzioni del cristiano siciliano.
IV. Un animale umano che non potesse comunicare si estinguerebbe rapidamente. Ora, non si dà comunicazione senza l’altro – altrimenti sarebbe vano e vanesio soliloquio. E l’altro esiste grossomodo in almeno due evenienze: pubblicamente e privatamente.
V. Ogni informazione che sganci in pubblico, fosse strombazzata o flebile flatulenza, decrementa il tuo potere1. Che la boria di potere essere editore di te stesso2, sulla rete, non ti converta in un pubblicitario – nella rete.
- A meno che tu non ne abbia già abbastanza. [↩]
- Cateno concorderebbe. [↩]